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Pietro Orlandi: “Non mi scuso”, il caso è ancora aperto

Pietro Orlandi sul caso di Emanuela Orlandi
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Pietro Orlandi si espone sul caso della sorella Emanuela: le parole che hanno scatenato la bufera.

Fratello di Emanuela Orlandi, ragazza scomparsa a soli 15 anni nel 1983 e mai più ritrovata, Pietro Orlandi si batte da sempre per avere giustizia.

Insieme alla madre, oggi 93enne, continua ad esporsi in prima linea al fine di ottenere giustizia e verità sul caso di Emanuela.

Quello della Orlandi, infatti, è uno dei “cold case” irrisolti del nostro Paese e su cui aleggia l’ombra del Vaticano.

La storia di Emanuela Orlandi

Classe 1969, Emanuela Orlandi era una ragazza appartenente ad una famiglia tradizionale: figlia di Ercole, commesso della Prefettura della casa pontificia, e Maria Pezzano, aveva altri quattro fratelli, Pietro, Natalina, Federica e Maria Cristina. Era giugno del 1983 quando di lei si sono completamente perse le tracce dopo la lezione di flauto che frequentava assiduamente insieme alle amiche più care. Inizialmente si pensò ad un allontanamento volontario per una ribellione adolescenziale, ma poi fu papa Giovanni Paolo II a parlare pubblicamente della sparizione della 15enne lasciando intendere si trattasse di un sequestro.

Per la risoluzione di questo caso sono stati seguiti tre filoni: la pista del terrorismo internazionale; quella della mafia e del banco ambrosiano; e infine quella legata al caso Vatileaks e a papa Wojtyla. La pista più accreditata, nel corso del tempo, è apparsa proprio quest’ultima e, ancora oggi, il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, si batte per ottenere dalla Chiesa la verità sulla misteriosa sparizione della ragazza.

Pietro Orlandi a Verissimo
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La lotta di Pietro Orlandi

Lo scorso 6 aprile, Pietro Orlandi è stato convocato per la prima volta in Vaticano dal Promotore di Giustizia per parlare del caso della scomparsa della sorella. Come fatto sapere dall’avvocato che assiste il fratello di Emanuela, Pietro avrebbe portato una serie di documentazioni importantissime: le chat che risalgono ai primi anni del pontificato di papa Francesco e i documenti in cui si parla della presunta permanenza di Emanuela in Inghilterra. “Ci sono delle relazioni tra personaggi di alto livello del Vaticano e le istituzioni inglesi”, aveva fatto sapere lui in una intervista a La7.

Ospitato poi da Silvia Toffanin a Verissimo, Pietro Orlandi si è lasciato andare a dichiarazioni molto forti che hanno scatenato la reazione dell’opinione pubblica. “Mio padre è morto nel 2004. È stato un altro momento buio, nel giro di un anno sono morte due persone, nel 2004 mio padre, nel 2005 Wojtyla, sono le due persone che mi tenevano legato a questa vicenda, Wojtyla in negativo perché io sono sempre stato convinto che lui sapesse che cosa era successo a Emanuela”, ha spiegato Orlandi che ha accusato papa Giovanni Paolo II di aver fatto calare il “silenzio e l’omertà su questa vicenda”, mantenendo il silenzio fino alla morte. Le sue parole hanno scatenato il dibattito e le proteste, soprattutto per l’attacco a Papa Wojtyla, ma il fratello di Emanuela Orlandi ha ribadito a voce alta: “Io non mi sono mai scusato perché non ho offeso mai nessuno”.