Gaza, Putin chiede ad Hamas di “evitare conseguenze terribili per la popolazione”
Mosca ha mosso una critica alle azioni militari di Hamas.
Mikhail Bogdanov, il viceministro degli Esteri russo, ha chiesto ad Hamas che venissero rilasciati gli ostaggi. L’appello è giunto dal vivo, durante uno dei colloqui degli ultimi giorni tenutisi proprio tra lui e un rappresentante della milizia di Hamas. Inoltre, stando alle notizie fatte trapelare dal ministro degli Esteri russo, ci sarebbe stato un colloquio telefonico anche tra Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu.
Durante il colloquio, il capo dello stato israeliano ha paventato una collaborazione internazionale tra la Russia e l’Iran, il tutto in funzione anti-israeliana. È quanto ha affermato all’Onu, in seguito alle richieste di Bogdanov di far cessare il fuoco. Putin, inoltre, ha affermato la necessità della fine delle offensive per “evitare conseguenze terribili per la popolazione civile”.
A questo proposito, Hamas ha accettato di cessare il fuoco a patto che vengano rispettate le proprie volontà. La minaccia ha toccato poi la questione ostaggi: secondo quanto affermato pubblicamente, nessuno di questi lascerà il suolo palestinese vivo, qualora non siano soddisfatte le necessità della milizia palestinese.
Di contro, il portavoce israeliano Eylon Levy ha ribattuto con un’offensiva altrettanto forte: “La guerra continuerà finché sarà necessario per garantire che Hamas non possa mai più danneggiare il nostro popolo“. Difatti, i combattimenti sono stati intensificati.
La situazione a Gaza
Israele ha comunicato il numero degli ostaggi che presumibilmente sarebbero ancora in suolo palestinese. Secondo l’informazione di stato, sarebbero 137 gli ostaggi. Di contro, il Qatar, uno degli stati mediatori nella contesa tra Hamas e Israele, ha fatto presente che le energie spese affinché si giunga a una nuova tregua sono frenate dai bombardamenti di Israele sulla Striscia di Gaza.
Infatti, nell’ultima settimana dopo la tregua di altrettanti sette giorni, hanno perso la vita numerosi civili a Gaza, oltre a soldati dell’uno e dell’altro schieramento. Tuttavia, hanno avvertito OMS, Onu e alcune organizzazioni associative umanitarie, la crisi più grave è situata proprio a Gaza. Lì, i bombardamenti hanno colpito le strutture ospedaliere più rilevanti, tra cui Al Shifa. In Europa, le proteste per la fine della guerra si protraggono.