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Bonus per l’edilizia: uno sprono per il mercato, ma è necessaria una semplificazione normativa

La richiesta di abitazioni con elevate prestazioni energetiche sta diventando un must negli ultimi anni,…

La richiesta di abitazioni con elevate prestazioni energetiche sta diventando un must negli ultimi anni, soprattutto tra chi compra una casa di nuova costruzione.

Non mancano comunque gli interventi per migliorare gli edifici già esistenti e con classi energetiche particolarmente svantaggiose (restano la maggioranza le case con certificazione energetica F o G, le peggiori in assoluto).

Questa nuova esigenza di riqualificare gli edifici sul piano energetico è comprensibile nel momento in cui si opta per l’abbattimento delle spese superflue per la gestione di casa, a cominciare proprio da quella sulle bollette energetiche.

L’utilizzo dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento contribuisce a rendere la casa vivibile e con un alto livello di benessere termico, ma comporta, di contro, un dispendio energetico che rischia di gravare sulle tasche delle famiglie e di svalutare gli edifici, proprio per gli elevati consumi e le bollette energetiche che ne derivano.

Da questa problematica, che va di pari passo con l’esigenza di possedere una casa performante che possa avere un buona appetibilità sul mercato (ai fini di una futura vendita), nascono gli interventi di riqualificazione energetica, mediaticamente posti in grande risalto soprattutto negli ultimi mesi, con i bonus o incentivi fiscali ideati appositamente per favorire la ripresa del settore delle ristrutturazioni edilizie.

Superbonus 110% per incentivare gli interventi di riqualificazione energetica

La grande novità del 2020 è stata senza dubbio il Superbonus 110%, una forma di incentivo fiscale potenziato (che va ad affiancarsi ad altri incentivi presenti sul mercato ed annualmente rinnovati, come l’Ecobonus ed il Sismabonus) che consente di ottenere un intervento di riqualificazione energetica praticamente a costo zero per il richiedente. Questo bonus per l’edilizia diventa l’arma forse più importante per spronare gli italiani ad eseguire quegli interventi necessari per migliorare il proprio edificio sul piano energetico, aumentandone la classe energetica di appartenenza e riducendo considerevolmente emissioni e spese per i consumi di energia.

Va comunque detto che già i precedenti (e tutt’ora esistenti) Ecobonus e Sismabonus hanno generato negli scorsi anni una spesa davvero considerevole (si parla di oltre 3 miliardi annui, con un valore pari a 20 miliardi solo per l’Ecobonus negli ultimi 6 anni!) che testimonia quanto gli italiani siano attenti a queste forme di incentivo fiscale.

Considerando la grave crisi del settore edilizio con il lockdown della scorsa primavera, è evidente come l’impiego del Superbonus 110% può aiutare il mercato ad ottenere quel rimbalzo tanto atteso soprattutto per il 2021 (anche se già nel mese di Maggio e Giugno, proprio a ridosso dell’introduzione di questo bonus, si ha avuto una considerevole ripresa).

Le opportunità per garantire una forte ripresa del mercato delle ristrutturazioni edilizie sembrano esserci tutte, ma sussistono delle problematiche da considerare ed affrontare, soprattutto quelle riguardanti l’applicazione del tanto pubblicizzato Superbonus 110% (che a detta di tutti dovrebbe rappresentare il tassello sul quale porre le basi di una ripresa del settore per il 2021. Stesse sensazioni sembrano esserci anche per una ripresa del settore immobiliare nel prossimo anno).

Molti di coloro che hanno richiesto questo bonus hanno notato delle difficoltà di non poco conto sul piano della chiarezza e dell’applicabilità. Difatti il Superbonus ben si presta (sulla carta) ad essere un’occasione potenzialmente imperdibile per ottenere la riqualificazione energetica dell’edificio a costo zero, ma ottenerlo e rientrare nei paletti posti per la sua applicabilità non sembra essere così semplice.

Perplessità riscontrate relativamente all’applicazione del Superbonus

  1. Per ottenere lo sgravio del 110% si devono garantire delle condizioni che spesso non sembrano essere così semplici da raggiungere. In particolar modo è necessario arrivare al miglioramento di 2 classi energetiche (o in alternativa il raggiungimento della classe più elevata), inoltre si devono utilizzare dei materiali che rispettino i cosiddetti Criteri Ambientali Minimi (che riguardano l’intero ciclo di vita del prodotto, ossia da quando viene realizzato fino al suo smaltimento).

Per quanto riguarda quest’ultimo punto è sufficiente andare a considerare solo quei materiali che sono certificati sotto questo punto di vista, mentre il miglioramento di due classi energetiche è spesso difficile, e per ottenerlo si dovrebbero sommare più tipologie di interventi che non sempre sono necessari (ad esempio, sostituire il vecchio impianto termico con uno di nuova generazione può non risultare sufficiente, rendendosi necessario implementare anche altri lavori).

E’ chiaro che se si vuole che le famiglie italiane siano incentivate ad eseguire i lavori del caso devono essere messe nelle condizioni più semplici, e di sicuro le condizioni attuali non favoriscono il raggiungimento dell’obiettivo;

  1. Anche sul piano della documentazione richiesta per accedere al bonus, sembra che non manchino i problemi, con un elenco particolarmente corposo richiesto sia a chi è proprietario dell’immobile e richiede il lavoro, sia al professionista che lo esegue (è sufficiente anche una semplice dimenticanza per poter perdere la possibilità di accedere al beneficio);

  2. Una normativa complessa sotto tutti i punti di vista, che rende difficoltoso anche comprendere quale tipo di interventi possono essere messi in atto per richiedere il beneficio fiscale in seguito. Normativa che va ad aggiungersi alla proverbiale “lungaggine” nel concordare e far partire i lavori, soprattutto nel caso dei condomini, dove interventi di questo genere devono essere approvati da parte delle rispettive assemb

  • Bisogna sicuramente garantire un’estensione temporale degli effetti del Superbonus, prorogandolo almeno per altri 2-3 anni rispetto alla scadenza sin qui proposta (per interventi effettuati entro e non oltre il 31 Dicembre 2021). Questo perché le ben note perdite di tempo nel far partire i lavori possono portare a ritardi anche di mesi. Si tratta di un incentivo che sembra interessare realmente le famiglie italiane (si stima che siano milioni le famiglie disponibili ad effettuare interventi migliorativi e richiederlo, ma il serio rischio è che i reali beneficiari possano essere molti di meno).

  • Bisogna soprattutto chiarire e semplificare il quadro normativo che sta dietro al Superbonus, anche onde evitare che molti professionisti del settore evitino di realizzare questi lavori per scongiurare successivi controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate (dove magari si riscontrano errori e inottemperanze che sono state fatte più per una errata interpretazione delle norme che per altro).

Nel frattempo si può comunque ricorrere a tutte le tipologie di intervento che rientrano facilmente nel novero dell’Ecobonus e che prevedono degli sgravi fiscali sicuri e considerevoli (ad esempio, isolando le intercapedini di casa con la tecnica dell’insufflaggio, si può arrivare ad ottenere una detrazione fiscale che va dal 50 al 65%, mentre per il 110% serve un progetto energetico che sia redatto da un tecnico abilitato).

Intervento di insufflaggio delle intercapedini con schiume isolanti

In ogni caso ci troviamo di fronte ad un bivio importante per garantire il miglioramento di un patrimonio edilizio spesso vecchio e poco funzionale sul piano energetico; per garantire una vera ripresa il prossimo anno è necessario porre da subito basi solide, chiarezza di contenuti e semplificazioni normative.