Home » Auriane Nathalie Laisne è stata uccisa: la caccia al colpevole è finita

Auriane Nathalie Laisne è stata uccisa: la caccia al colpevole è finita

Foresta in Aosta (Fonte Depositphotos) – CronacaLive.it

Il corpo della giovane 22enne assassinata è stato trovato nel bosco. Il sospettato aveva già agito violenza contro di lei.

Un altro presunto caso di femminicidio. La vittima si chiamava Auriane Nathalie Laisne e aveva solo 22 anni quando è stata uccisa da un uomo, il suo ex fidanzato, già precedentemente indagato in Francia per aver agito violenza contro di lei. Il tutto è stato reso noto dalla procura di Grenoble: il nome dell’indagato è Teima Sohaib.

La violenza che lui aveva manifestato ai danni della giovane non era rimasta totalmente impunita. La ragazza aveva denunciato l’accaduto, ottenendo un processo a cui Teima Sohaib si sarebbe dovuto presentare da qui a tre settimane, con l’accusa di violazione del controllo giudiziario. Secondo le autorità, il presunto gesto dell’uomo è stato compiuto per evitare il processo.

L’autopsia condotta dall’anatomopatologo Roberto Testi ha rivelato la crudele verità: Auriane è stata colpita mortalmente da colpi di coltello al collo e all’addome, in un attacco frontale. L’esclusione di un suicidio ha gettato luce sulla possibilità perciò di un omicidio brutale, alimentando l’orrore e lo sgomento nella comunità locale.

La procura di Aosta ha avviato un’indagine per omicidio, cercando di comprendere i motivi dietro questo atto di violenza. Le ipotesi vanno da un litigio finito male a un impeto di rabbia incontrollata, dunque, in altre parole, femminicidio. Tuttavia, la verità rimane nel mistero, mentre gli investigatori scrutano ogni dettaglio per portare alla luce la verità.

I testimoni

La giovane 22enne e il suo aguzzino avevano organizzato un viaggio a La Salle, a marzo di questo anno. Lì sono state dunque raccolte alcune testimonianze da brivido, poiché nessuno dei residenti aveva intuito qualcosa di così marcio alla base del loro rapporto, che ha poi condotto la vittima alla morte.

“Mi sembravano due ragazzi sofferenti e mi hanno raccontato di essere arrivati dal confine svizzero. Cercavano un supermercato grande per fare la spesa. Ha sempre parlato lui. Si esprimeva in un buon italiano, anche se non sembrava italiano. Non sembrava un tipo violento, tutt’altro”.  Questa la dichiarazione di una austera signora del posto.