Home » Grecia, approvato il matrimonio egualitario | Zan: “L’Italia l’unica rimasta indietro”

Grecia, approvato il matrimonio egualitario | Zan: “L’Italia l’unica rimasta indietro”

Manifestante del pride (Fonte Ansa) – CronacaLive.it

La parità di diritti tra comunità LGBTQIA+ in fatto di matrimonio è stata raggiunta in UE, tranne che in Italia.

“La Grecia ha approvato il matrimonio egualitario e le adozioni per le coppie dello stesso sesso, anche con i voti della destra. L’Italia così resta l’ultimo Paese occidentale a discriminare i suoi cittadini. Continuiamo la lotta contro la destra italiana sempre più reazionaria” sono le parole con cui Alessandro Zan ha commentato la notizia.

La Grecia ha finalmente approvato il matrimonio egualitario, il che significa che una coppia omosessuale avrà pari diritti di una eterosessuale. Difatti, si tratta di un grande passo in avanti in fatto di diritti civili, questione che, come ha dimostrato la Grecia, è al di là del colore politico. Tuttavia, in Italia, la classe dirigente non è d’accordo.

Secondo l’analisi de Il Fatto Quotidiano, infatti, l’Italia si presenterebbe come “Il fanalino dell’Europa”. Dario Accolla ha infatti affermato quanto segue: “Tolte alcune personalità politiche, c’è ancora un’omofobia istituzionale largamente diffusa”. In effetti, il tentativo di porre in essere un passo in avanti sul diritto civile è stato fatto.

Difatti, in Italia ci sono alcune leggi che sembrerebbero andare in conflitto tra loro. Le unioni civili sono infatti legali, ma, contemporaneamente, non consentono alle coppie omosessuali di poter mettere su una famiglia con pari diritti rispetto a quelle eterosessuali: ad esempio, solo la madre partoriente viene giudicata dalla legge come madre ufficiale.

Le non monogamie etiche

Mentre l’Italia fa ancora fatica ad abituarsi all’esistenza di persone omosessuali, bisessuali, transessuali e così via, in altri stati dell’Unione Europea, il dibattito è superato. In Germania, ad esempio, il discorso si sta spostando già verso la normalizzazione e il riconoscimento giuridico delle famiglie queer (non monogamie etiche), ossia di nuclei familiari costituiti da individui che ricoprono ruoli in modo fluido: non esistono etichette fisse di madre o padre o zio e così via, in sostanza.

Già ai tempi della pandemia, come sostenuto anni fa da Michela Murgia, la Germania ha superato l’Italia sulla questione dei “congiunti”. Per lo stato dell’allora cancelliera Angela Merkel, si trattava di individuare un numero pari a 4 di individui con i quali si era programmato di stare insieme (in che tipo di relazione non importava).