Cronaca

Accusa il marito di averla sfregiata con l’acido, arrestata dopo le indagini. Secondo gli investigatori è stata lei ad aggredirlo

Ospedale Cannizzaro (ANSA) – CronacaLive.it

Dopo settimane di indagini, le forze dell’ordine hanno deciso di credere alla versione dell’uomo e arrestato la moglie per calunnia e lesioni.

Aveva accusato il marito di averla aggredita e sfregiato con l’acido, e di essere sfuggita alla sua imboscata prendendo la bottiglia in cui era contenuta la sostanza chimica e riversandogliela addosso. Ma alla fine, dopo alcune settimane di indagini, i carabinieri hanno deciso di arrestare la donna, una 50enne residente nell’agrigentino, con l’accusa di essere stata lei in realtà ad aver utilizzato l’acido contro l’uomo. 

L’uomo si trova al momento ricoverato all’ospedale ustioni del Cannizzaro e fin dal primo momento, ha affermato la sua innocenza spiegando come in realtà fosse stata la moglie ad aggredirlo e ad utilizzare l’acido conto di lui, senza che avesse in alcun modo reagito. Il 48enne era stato arrestato subito dopo la denuncia della donna, e a quel punto per le forze dell’ordine si è trattato di stabilire chi dicesse la verità, dato che i due coniugi non hanno smesso di accusarsi a vicenda.

La donna aveva raccontato di aver incontrato il marito, dopo che aveva deciso di allontanarsi dalla casa di sicurezza in cui era stata trasferita a seguito di un denuncia per violenza presentata nei confronti dell’uomo. Aveva raccontato agli inquirenti di essersi allontanata per recuperare alcuni indumenti della figlia nella sua vecchia casa in cui avrebbe trovato il marito già pronto con l’acido.

Anche la donna è entrata a contatto con l’acido, ma per lei sono bastati venti giorni di prognosi, in quanto le ustioni non erano molto gravi. L’episodio a inizio dicembre aveva sconvolto la comunità locale, con molti che si erano schierati dalla parte della donna.

Ma proprio in quei giorni il procuratore di Agrigento Giovanni Di Leo aveva denunciato l’eccessivo interesse mediatico sulla vicenda: “L’interesse pubblico su una simile vicenda, acuito da recenti, plurimi, gravissimi episodi di violenza di genere non può e non deve scadere – aveva sottolineato il procuratore – nella morbosità, nel linciaggio mediatico o nella formazione e diffusione di voci e notizie incontrollate, a detrimento della serenità e completezza degli accertamenti, della genuinità degli atti, e soprattutto dei diritti alla riservatezza delle persone coinvolte e dell’indagato”.