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La chirurgia estetica intima fra vecchi tabù e tecniche innovative

Causa di disagi psicologici e problemi relazionali con l’altro sesso, le imperfezioni che riguardano genitali…

Causa di disagi psicologici e problemi relazionali con l’altro sesso, le imperfezioni che riguardano genitali femminili non sono più da vivere con vergogna e condividere con reticenza, ma un problema che ormai molte donne sanno di poter affrontare e risolvere grazie agli interventi di chirurgia estetica intima.

Parlare di vaginoplastica o ringiovanimento della vagina non è più un tabù e sono sempre di più le donne che dopo una o più gravidanze decidono di ripristinare il tono muscolare della vagina per riportarlo allo stato pre-gravidanza. Già dal 2014 l’American Society of Plastic Surgeons ha segnalato un incremento del 48,6% negli Stati Uniti di questo intervento ma anche oltreoceano l’interesse nei confronti della chirurgia plastica intima è notevolmente cresciuto negli ultimi 10 anni, tanto che si parla di 10.000 interventi di labioplastica praticati solo nel 2018. Pratiche ormai molto conosciute anche nel nostro Paese dove, pur in assenza di dati ufficiali e statistiche recenti, si assiste alla nascita di numerosi corsi e simposi dedicati all’argomento e alla costituzione di società scientifiche appositamente formate, e dove medici e chirurghi testimoniano l’aumentato ricorso all’ intervento di vaginoplastica e labioplastica da parte di donne di ogni età e provenienza sociale.

La vaginoplastica è una pratica chirurgica che serve a ripristinare la normale anatomia vaginale e può essere utile sia a chi vi ricorre per motivi estetici, ma anche per motivi terapeutici, curativi o ricostruttivi. Che sia ricercata per modificare una malformazione congenita dei genitali, inseguita per appagare un desiderio legato all’aspetto esteriore e all’esigenza di “ringiovanimento” o vagheggiata per ripristinare una funzionalità interna compromessa dal parto, precedenti interventi o traumi di vario genere, la chirurgia estetica intima è di fatto una soluzione che, quando non è dettata dal mero desiderio di vantare di una “vagina da designer” (attitudine purtroppo non così rara fra le giovanissime) permette di ritrovare l’armonia con il proprio corpo e migliorare la vita sessuale delle pazienti e come tale non dovrebbe essere oggetto di scherno né motivo di pruderie e condanne aprioristiche.

Scopriamo di seguito caratteristiche e modalità di esecuzione delle operazioni di chirurgia plastica sui genitali femminili più frequentemente richieste con riferimento alle tecniche più innovative, ricordando che si tratta d’interventi che vanno sempre eseguiti da professionisti di fama e di esperienza, capaci di tenere scrupolosamente in considerazione la delicatezza delle parti anatomiche coinvolte e valutare le implicazioni psicologiche legate a problematiche di questo tipo

  • Vaginoplastica

Intervento di ringiovanimento della vagina, consente di correggere l’eccessiva lassità degli organi genitali provocata dal parto, ritonificando i muscoli vaginali e restituendoli all’elasticità originaria. Doverosa alternativa all’impiego di ultrasuoni di fronte a lassità troppo importanti per essere risolte con metodi non chirurgici, è eseguita in day hospital, dura circa un’ora e solitamente permette di ritornare a un’attività sessuale regolare nel giro di 4-6 settimane.

  • Labioplastica

Richiesta dalle donne che desiderano correggere le asimmetrie delle piccole e delle grandi labbra vaginali dovute sia a fattori congeniti sia al naturale processo di invecchiamento, la labioplastica prevede la rimozione dell’adipe in eccesso presente in quest’area attraverso la tecnica chirurgica della lipoaspirazione. L’intervento è eseguito con anestesia locale in regime di day-hospital, dura circa 30 minuti e richiede una medicazione aggiuntiva sottoforma di un corpetto elastico-compressivo da indossare per un paio di settimane. Dopo alcuni giorni si potranno riacquisire le normali abitudini quotidiane, mentre bisognerà aspettare circa 20 giorni per tornare all’attività sessuale e a quella sportiva.

  • Ipertrofia piccole labbra

Fenomeno piuttosto comune che è considerato patologico quando la lunghezza dalla base d’impianto al margine libero supera i 2,5 cm, la malformazione congenita delle piccole labbra della vagina è un problema che oltre a disagi psicologici e a problemi nella vita di coppia, può provocare anche dolori durante il rapporto e infezioni batteriche frequenti. Praticato di solito in anestesia locale o loco-regionale con sedazione, l’intervento chirurgico finalizzato alla sua correzione dura circa 30 minuti, non è doloroso e, se ben eseguito, porta a risultati molto soddisfacenti. Se già il giorno successivo all’operazione si potrà riprendere l’attività lavorativa, per quella sessuale bisognerà aspettare circa un mese.

  • Imenoplastica

Poco ricercata nei Paesi occidentali, ma piuttosto praticata in quelli asiatici o africani dove la verginità è ancora un valore da preservare, l’imenoplastica promette di ricostituire la membrana dell’imene che è stata lacerata. Un risultato possibile sia con un intervento di imenoplastica semplice, che si limiterà a unire i lembi rotti rimodellando la membrana che attraverso un’imenoplastica con allo- innesto, cioè ricorrendo all’utilizzo di un biomateriale prodotto in laboratorio per ricostruirla interamente quando la lacerazione è più estesa. Eseguita in anestesia locale e in regime di day-hospital, l’imenoplastica prevede la presenza di punti di sutura riassorbibili e una convalescenza poco impegnativa.