Brand Journalism: il futuro è la media company

Dal sinergico utilizzo delle capacità tecniche di marketing e delle abilità comunicative si ridà lustro ad una professione che è, oramai, diventata solo un processo meccanico”. Roberto Zarriello ha le idee chiare sul Brand Journalism e su ciò che serve per riportare la comunicazione aziendale al centro delle politiche di mercato. “Il nostro sistema è attardato – ribadisce Zarriello – e ha ignorato le potenzialità di forme di comunicazione insite nel Brand Journalism preferendo tecniche di marketing ormai superate ed abbondantemente inflazionate.” Il valore aggiunto delle idee che diventano storie e azioni è una costante kantiana del messaggio di fondo trasmesso anche sul blog del giornalista e saggista foggiano.

Docente di Comunicazione Digitale e Social Media presso l’Università Telematica Pegaso, nonché in vari Master universitari tra cui , Zarriello ha da sempre affiancato alla sua professione giornalistica la ricerca continua di nuove forme e tecniche di comunicazione aziendale, imponendosi come uno dei più autorevoli esperti del settore. Imprenditore digitale di successo, egli ha dato vita a svariate esperienze imprenditoriali 2.0 come Digital Media e GoBrand e ha messo in piedi la prima Digital Academy del Sud. Un’esperienza, quest’ultima, votata alla formazione per il domani, per infondere agli utenti non solo capacità giornalistiche e di comunicazione ma anche i principi del marketing e della gestione della comunicazione aziendale: si tratta della fusione di due mondi diversi ma complementari e funzionali alla costruzione di un nuovo modo di comunicare e fare Brand Journalism.

Il concetto di base è semplice e lineare: un’azienda non può essere identificata solo con i prodotti che la caratterizzano; la sua immagine deve essere costruita intorno alle singole storie, intorno alla sensibilità che la realtà aziendale ha maturato intorno ad alcuni importanti temi. Non bisogna dimenticare, difatti, che il mondo imprenditoriale è costellato di iniziative per abbattere pregiudizi, partecipare attivamente alle iniziative di natura ambientale, lottare in modo deciso per eliminare disparità e promuovere modelli aziendali sostenibili, improntati sul dipendete. Tutto ciò è un valore aggiunto per il marchio e la comunicazione sui social media, deve valicare l’attuale confine del virale e spostare il tiro verso contenuti di qualità, non dimenticando anche i tradizionali vettori della comunicazione.

Oggi, chi non cura la comunicazione e non ha un approccio funzionale ai social media è tagliato fuori dai percorsi di crescita e rischia di essere penalizzato dalle rigide regole del mercato. Il marketing del presente e del futuro è fatto soprattutto di contenuti e il web esige che il prodotto o il marchio sia affiancato da una storia, un percorso, e non solo dalla comunicazione visiva fine a se stessa. Questi concetti sono elaborati al meglio nel Digital Media Lab, promosso da Zarriello in collaborazione con enti accademici, associazioni ed altri professionisti del settore, per promuovere la formazione di una generazione di comunicatori capaci di interpretare le nuove esigenze della comunicazione nel mondo imprenditoriale e non solo.

Anche gli enti pubblici, le organizzazioni e le fondazioni hanno dovuto reinventare se stesse e riconoscere l’importanza dei media digitali e della figura del Brand Journalist. Dare valore allo storytelling è la chiave per aprire le porte del successo imprenditoriale e non solo; strategie di marketing e SEO hanno già spinto la comunicazione attraverso format narrativi capaci di sensibilizzare, fidelizzare e creare empatia tra un’azienda e i suoi partner, tra un prodotto ed i consumatori, tra un ente o un’organizzazione ed i destinatari dell’azione. “C’è necessità di rinsaldare il rapporto con il lettore, il ricevente del messaggio della comunicazione; il Brand Journalism è il mezzo che abbiamo a disposizione per farlo”.

Approfondisci: https://www.robertozarriello.com/brand-journalism-seconda-edizione-zarriello/