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Palermo, segregata in casa per mesi da due uomini: i vicini sentono le urla e chiamano il 112

Palermo, il sequestro ha richiesto l’intervento dei carabinieri (Fonte Web) – CronacaLive.it

È sopravvissuta a un rapimento dopo essere stata segregata per mesi in casa. 

Una donna di origine tunisina è stata rapita e segregata in casa per mesi da un duo di aguzzini non ancora identificati. La vittima è una trentenne che, non appena è giunta in Italia dal suo paese di origine, non ha potuto andare oltre il porto di Palermo. Tuttavia, la notte dell’8 dicembre è riuscita a scappare.

In via Lincoln, a Palermo, sono intervenuti i carabinieri,  giunti presso il luogo in seguito ad alcune segnalazioni allarmate da parte dei condomini del quartiere. Molti di questi hanno rivelato al 112 di aver sentito urla e strepiti, probabilmente una colluttazione. Non è noto se la donna rapita abbia o meno subito ulteriori abusi fisici.

I suoi due aguzzini, ha spiegato alle autorità la vittima quando interrogata, sono con larga probabilità della stessa nazionalità della donna. Questo elemento è stato raccolto dai carabinieri una volta averla tratta in salvo e portata al sicuro. Le autorità hanno infatti chiamato il 118 immediatamente, poiché la donna presentava alcune lesioni.

Una volta raccolta la testimonianza, i carabinieri hanno cominciato le indagini incrociando i propri dati con quelli della Procura. I due aguzzini non sono ancora stati identificati, ma la vittima ha fornito alla polizia un identikit accurato che potrebbe fare la differenza nelle ricerche.

Le indagini continuano

Le autorità hanno avviato una indagine capillare del luogo, concentrandosi sulla zona di via Lincoln a Palermo. Tuttavia, sono ancora tanti i dettagli della vicenda da definire. Per questo, la trentenne è stata affidata a una struttura protetta anonima che si occupa di tutelare la sicurezza delle donne vittime di violenza.

All’interno dell’edificio, il cui indirizzo è tenuto segreto per motivi di sicurezza, la donna potrà ricevere un supporto psicologico, nonché cibo, acqua e vestiti. Grazie all’impegno dei membri presenti all’interno del centro anti-violenza, la vittima potrà successivamente spiegare il rapporto che intercorreva tra lei e i due uomini colpevoli del rapimento, in modo da far luce sulla vicenda e fornire ulteriori dettagli utili ai fini delle indagini.