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Uccise la moglie soffocandola con un cuscino, i giudici: “L’amava, l’ha fatto per non farla soffrire più”

Laura Amidei, uccisa dal marito per amore (Fonte Web) – CronacaLive.it

I giudici hanno stabilito che amava la moglie, e che il suo gesto aveva il solo scopo di risparmiarle altre sofferenze. 

A Modena, in Emilia Romagna, un uomo di nome Franco Cioni ha tolto la vita alla propria moglie. È successo nel lontano 2021: il marito l’ha soffocata usando un cuscino della loro camera da letto. L’uomo ha 74 anni e la moglie, Laura Amidei, ne aveva 68. Lei soffriva di una malattia invalidante.

Le parole che l’imputato ha ripetuto dal 2021 a pochi giorni fa sono le seguenti: “L’ho fatto perché la amo, non volevo vederla soffrire”. In effetti, non c’è stata, da parte di Cioni, la volontà di far male, bensì l’opposto. Questo elemento ha fatto sì che le autorità concedessero al vedovo il minimo della pena.

Anche l’avvocato difensore, Simone Bonfante, si è mostrato umanamente vicino al suo cliente: “La amava, l’ha fatto per non farla soffrire”. Alla fine è giunta la condanna dalla Corte di assise: 6 anni e 2 mesi per Franco Cioni, per l’uccisione della moglie Laura Amidei.

I giudici si sono resi conto della complicata situazione in cui si è trovato l’accusato, riconoscendo l‘attenuante del risarcimento del danno e il movente di natura morale. In Italia, si è nuovamente riacceso il discorso sulla morte  dignitosa assistita.

Eutanasia e suicidio assistito

Il caso di Franco Cioni è stato dibattuto a lungo, al di là del contesto burocratico e legale. Questo caso si è intrecciato con la lotta portata avanti da quanti sostengono l’eutanasia, ossia il trattamento per una morte dignitosa in caso di necessità e nella piena dignità dell’individuo. In Italia, attualmente, non esiste ancora una legge che disciplini questa esigenza umana, tuttavia, sempre più corti decidono di considerare come attenuante la volontà di non far soffrire il prossimo.

L’avvocato difensore di Franco Cioni ha inoltre contribuito indirettamente alla causa, palesando le motivazioni del suo assistito: “Il suo comportamento è sempre stato quello di una persona rispettosa, specchiata, era giusto che venisse tenuto in considerazione. Poi certamente si trattò di un gesto violento, ma il mio assistito aveva a cuore il bene di sua moglie”.